Per me e' stato un capitolo.
Un capitolo che si e' concluso: gli ho voluto bene, questo e' vero, ma negli anni mi si sono aperti gli occhi e ho potuto rendermi conto come spesso i parenti non sono quegli stinchi di santo che vorrebbero farci credere.
E poi diciamolo: quando una persona a te cara sai che sta irrimediabilmente soffrendo, quando la vedi in una bara ne sei quasi contento: sai che si e' liberata di un fardello.
Io sono terapista, ne vedo tanti, soffrire senza speranza.
E allora dico... perche' costringere una persona a vivere (in senso biologico) in un involucro di carne che si rifiuta di funzionare come DNA vorrebbe?
E qui' mi viene in mente il caso Welby, che Dio l'abbia in gloria.
A volte la morte e' la migliore terapia che esista: che si sia credenti o meno.
Il prete ha detto bene: essa e' una certezza, un passaggio al quale nessuno di noi puo' sottrarsi.
E allora che sia: l'unica cosa da fare ora e' stare vicino a mia zia, che in chiesa tremava come una foglia al vento.
Questo e' cio' che accade quando ti annulli per l'altro.
Quando affidi anima e corpo, benessere e vita al partner.
Stai fresco... io non faro' mai un errore simile: sono troppo orgogliosa e combattiva per accettare una simile sudditanza!!!
Mi chiedo come sia possibile, che in un Paese civilizzato ci siano ancora donne che si "appendono" in questo modo al proprio uomo.
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